CAOS TADDEI: UN TEMPO FUGGIVA PER AMORE, ORA PICCHIA IL BARISTA DI UN CIRCOLO…MA IL BARISTA E’ MARTELLA!!!Caos nel cuore della notte nell’interland fiorentino, Martella dalla guardia medica:”Non mi ha riconosciuto, era fattissimo!” Taddei:” Ero nuovamente disperato per amore, Bruno scusami!!”Subito una grana per mister Magherini.

Già qualche mese fa aveva dato segni di insofferenza. Il campione dell’Improrogabilmente Taddei,  numero 10 ed unico fuoriclasse della squadra “verde speranza”, stavolta ha superato il limite, anzi, i limiti, perchè oltre a picchiare selvaggiamente un compagno di squadra senza riconoscerlo, è risultato positivo anche all’alcol test effettuato poco dopo l’incredibile aggressione.  Ma il disagio, come una subdola malattia, s’era manifestato già tempo addietro, quando il ragazzo dai piedi d’oro ma dai costumi un po’ irrequieti aveva denunciato senza troppi scrupoli il fatto di non essere mai protagonista nei racconti del suo capitano Balducci, apprendista scrittore che all’epoca improvvisava sul blog della squadra storie di fantasia su temi a caso.  Come in un atto di gelosia e di protagonismo, in una delle prime gare dell’anno solare 2010 Taddei non si presentò ad una partita di campionato di sua sponte, contravvenendo ai dettami dell’allora mister Caciolli, lasciando la squadra in difficoltà ed anche in apprensione, dato che il suo cellulare squillava a vuoto senza che nessuna risposta fosse data ai compagni ed alla società che cercavano di contattarlo. La partita andò bene nonostante la sua assenza. Ma la giustificazione addotta da Taddei una volta tornato alla luce del sole fu quantomeno curiosa. Il suo calendario non presentava la tal partita il lunedì alle 21,30, come sempre era stato, bensì il giorno dopo. Il numero 10 si scusò, ma alcuni dei suoi amici più intimi, tra cui un compagno di squadra, lo inchiodarono parlando di una fuga d’amore a Quercianella, calcolata in base al fatto che l’Improrogabilmente c.c. avrebbe giocato come effettivamente fu con l’allora ultima classificata e che anche senza di lui non ci sarebbero stati problemi. Si sa, spesso il campione è cinico. Sa di essere indispensabile, quando però può anche non servire si limita a lasciare le briciole della gloria ai compagni più poveri tecnicamente. Lo faceva Maradona, lo ha fatto Socrates che però aveva altri vizi, spesso anche Gullit. Essere protagonista in campo per un campione è molto, ma non tutto. E non esserlo fuori sarebbe stato come un clichè sminuente nei confronti di Taddei, che cogliendo al volo l’occasione della partita meno importante avrebbe preso i due piccioni con una fava, ovvero far l’amore nella riviera livornese e contemporaneamente diventare la stella di una potenziale nuova storia del suo capitano narratore che fino ad allora lo aveva trascurato. Ma il disagio è andato oltre,  è cresciuto nel tempo, ha attraversato i caldi dell’estate e le prime foglie gialle autunnali, scoppiando nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Contravvenendo alle regole societarie che non prevedono ore tarde in esterna nella settimana precedente alla prima gara di campionato, Taddei domenica sera è uscito alle 23,10, ora abbastanza insolita,  per dirigersi con due amici, Gigi il Mansueto e Beppe da Predappio ( quest’ultimo 135kili, con precedenti penali per stalking ad una nota piadinara del suo paese) in zona Firenze e dintorni. Essendo partiti tardi, dopo un giro per il centro nella nostra città d’arte, non avendo trovato niente di interessante, i tre si recano,  sulla via del ritorno, già brilli per qualche birra di troppo e sigarette a go-go in un circolo arci nell’interland fiorentino. Ordinano una bottiglia di spuma all’arancio, 10 bottigliette di campari soda, una bottiglia di Gin Bombey. Il barista, che sta ultimando le pulizie prima di chiudere il locale dato che è già passata l’una di notte, è perplesso, cerca di dissuadere da dietro il banco i tre, quando uno di questi lo prega in maniera decisa:”dai, ti prego, dobbiamo fare una cosa esplosiva, il nostro amico sta male.” L’amico in crisi è di spalle al barista, che malvolentieri porta la mercanzia alcolica ai tre figuri. Una volta avvicinatosi al tavolo, il barista riconosce l’uomo triste. L’uomo al tavolo è Taddei, occhi rossi dal pianto, mani surgelate, una lettera in mano, sulla quale si scorge una ferita, come se per la rabbia avesse colpito un vetro o qualcosa di tagliente. Bruno Martella, proprio lui il barista scocciato, cerca nuovamente di dissuadere Taddei. Il fuoriclasse reagisce male, quasi per uno scherzo del destino cita urlando una canzone di cocciantiana memoria:” Margherita adesso è miaaaaaaaaa, lalalalalalala” in faccia del compagno che lui si ostina a non riconoscere accanto ai suoi amici di bevute. Martella è basito, Gigi il mansueto si limita a chiedere:”Barista, a cosa pensi?”Mentre Beppe da Predappio offende ripetutamente il povero Martella, prendendosi solo la bottiglia di Gin e portando fuori il Taddei furioso e Gigi il mansueto. A quel punto Martella si sente sollevato ma allo stesso tempo preoccupato per la condizione psicofisica del suo amico e compagno di squadra. Cerca di contattare la società, ma i cellulari del presidente Balducci, del vice Caciolli e dell’onnipresente segretario Bignola sono spenti, i tre pezzi da novanta dell’Improrogabilmente che forse ingenuamente confidano nella buona fede dei propri atleti. Dopo circa mezz’ora Martella chiude finalmente il suo piccolo circolo arci. E’ pronto a tornare a casa, per pensare al suo recupero fisico in vista del campionato. Ha una caviglia malandata Martella e non vede l’ora di andare a dormire per sognare un campo di calcetto e le sue sgroppate sulla fascia destra. Ma non sa che l’agguato è dietro l’angolo. Chiuso il bandone, si avvia verso l’auto parcheggiata poco lontano…Comincia a sentire rumori, strani fruscii tra le siepi dei giardini prospicienti. Esce un indecoroso Taddei, ubriachissimo, che gli salta addosso urlando:” Margherita ti amooooo!!!!” Bruno cerca di controbattere dialetticamente; non è Margherita, soprattutto non è una donna, per un attimo sembra convincere Taddei che tastatogli la barba forse riacquista un minimo di lucidità e frena per pochi secondi la sua furia sessuale. Niente da fare, gli occhi del fuoriclasse sono indiavolati, “posseduti” come racconterà Martella agli inquirenti. Comincia lo sproloquio di Taddei che blocca con le gambe Martella a terra:” Stronza, Puttana!! Ti ho fatto anche imparare a scrivere ai corsi del microcosmo e tu mi ripaghi così?” A questo punto partono gli sganassoni. Secondo i testimoni affacciatisi ai palazzi sopra la piazzola incriminata e svegliatisi per gli schiamazzi,  sarebbe passato anche un ultras dell’Improrogabilmente, che assistendo alla scena avrebbe esclamato:” L’avevo detto che si doveva vendere, io volevo Cerci.” Taddei viene portato via dagli amici, ubriachi quanto lui. Sgommano col maggiolone targato Milano, infrangono un paio di stop rischiando incidenti tremendi. Martella è lì, a terra, con la bocca sanguinante e la barba per metà fatta. Chiama i carabinieri che intanto hanno bloccato poco più avanti la fuga di Taddei e dei suoi due loschi amici. L’etilometro esplode. La folla impazzisce alle prime uscite dell’ansa. Nessuno voleva crederci. Come nessuno durante l’estate avrebbe voluto Cerci, ma ora lo sconcerto si fa strada. Oltre alla caviglia, Martella dovrà pensare anche alla faccia. Taddei invece dovrà fare i conti con la giustizia per guida in stato di ebbrezza, aggressione premeditata e omissione di soccorso. Alle prime domande Martella non ha pietà…Taddei era fuori di testa, strapieno di alcol in corpo, vittima di visioni distorte. Proprio lui, che doveva rendere l’annata dell’Improrogabilmente più facile con le sue prodezze, la fa cominciare in maniera davvero complicata invece, soprattutto per il nuovo mister Magherini che ora è schiavo delle decisioni della società che non può tollerare, visto il nuovo legame commerciale e di solidarietà con SAVE TRAVALLE FROM CEMENTIFICATION, simili comportamenti che andrebbero contro una logica perseguita per mesi. Forse Taddei verrà messo fuori rosa, forse verrà soltanto multato. Ma la sua dichiarazione al colonnello dei carabinieri Raimondo Prestigiatore parla chiaro:”Non ho riconosciuto Bruno, gli chiedo scusa. Ma in quel momento era davvero identico a Margherita.” Quasi per chiudere amaramente col sarcasmo, di nuovo il tifoso testimone interviene ai microfoni dell’Improrogabile Channel:” Qua non ci vuole un prestigiatore, ci vuole un miracolo….” Speriamo che non abbia ragione. Intanto Martella è stato picchiato, dopo aver chiuso onestamente il suo lavoro quotidiano e la serranda del suo circolo arci. Esclama di nuovo il tifoso:” L’avevo detto che era meglio Cerci!”

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